SOGNI DI RAGAZZI INFRANTI DA UN “ONESTO CITTADINO”.

Pubblicato da La redazione on 09:52

Ho appreso dal sito "casarano sport.it" la notizia di una storia avvenuta per l'appunto a Casarano (Le), riguardante un campo di calcetto privato anche se abusivo, che verrà chiuso a chiunque per ordine del giudice! Il campetto permetteva a tanti bambini di giocare in sicurezza a pallone anzichè sulle strade! Ora vi farò leggere la lettera che il propietario (con la speranza che faccia piacere la pubblicazione della stessa su questo blog) del campetto ha spedito al sito sopra citato e lascio a voi trarre le conclusioni! Se è giusto o no che una persona che mette a disposizione della comunita o meglio ancora dei bambini i propri soldi e i propri terreni paghi in questo modo in una un mondo in cui tutti fanno ciò che vogliono e per i propri interessi! Chiaramente se ci saranno sviluppi o risposte dai protagonisti della vicenda per correttezza lo pubblicheremo!


http://www.casaranosport.it/news_primo_piano/view.php?id=3462&numero_elemento=

Di seguito la lettera inviata dal Sig. Ippazio Prete, in cui viene comunicata la chiusura del campetto di proprieta' della famiglia, sito in contrada Casarani. Ci e' sembrato doveroso pubblicarla, cosi' come faremo con eventuali risposte in merito.

SOGNI DI RAGAZZI INFRANTI DA UN “ONESTO CITTADINO”.
In data 14.1.2010 il Comune di Casarano ha disposto “ la cessazione di ogni attività all’interno del campo di calcio ubicato in contrada Casarani, nonché la chiusura immediata dello stesso, con divieto d’accesso a qualsivoglia persona” di un campetto di calcio realizzato e gestito da mio fratello Osvaldo su un terreno di nostra proprietà.Preciso subito, per correttezza, che il campetto è stato realizzato abusivamente. In particolare si è spianato il terreno, lo si è ricoperto con erbetta sintetica, lo si è recintato con una rete ed illuminato con alcuni fari.Per questo abuso sia io che mio fratello siamo stati processati per ben due volte ( la seconda , però, il Giudice ha verificato che avevamo già subito la sanzione prevista e ha dichiarato di non doversi procedere).Abbiamo chiesto al Comune la sanatoria, trattandosi di un campetto privato, pertinenza di una piccola costruzione già sanata, ma ci è stata rifiutata con la motivazione che, trattandosi di “impianto sportivo” non poteva essere realizzato in zona agricola.Sono molti a conoscere questo campetto, sul quale mio fratello fa giocare ed allenare i bambini di un’associazione sportiva e, sebbene mi rendo conto che gli abusi edilizi vadano perseguiti, non riesco a comprendere tanto accanimento contro una struttura che ha l’unico torto di consentire a dei bambini, di non giocare per strada.A Casarano è stato sanato ben altro, ma il campetto in questione è stato paragonato ad uno stadio e a nulla sono valsi i tentativi di far comprendere che non costituisce un impianto sportivo.Ci sono in piedi i ricorsi, si vedrà.Ma ciò che più mi preme sottolineare è il fatto che tanta attenzione contro l’iniziativa è scaturita dall’astio di una sola persona.Inizialmente il Comune di Casarano fu tartassato da lettere anonime firmate da un “onesto cittadino” il quale quasi quotidianamente indirizzava missive non solo al Comune, ma ai Carabinieri, Prefetto e ad ogni possibile autorità, chiedendo un intervento demolitore del campetto.Poi l’”onesto cittadino” ha deciso di rivelarsi e si è manifestato nella persona del sig. Bruno Mario Papaleo, insegnante. Dopo la manifestazione le sue iniziative si sono moltiplicate: denunzie, querele, istanze a tutte le autorità. In realtà non spiegava mai quale fosse l’enorme fastidio a lui arrecato dal campetto e dai bambini che vi giocavano, tra i quali, mi piace ricordare, la presenza del suo stesso figlio, ma si limitava a disquisire sull’abusivismo del campetto.(definito dallo stesso un mega impianto sportivo).Finalmente, iniziato un giudizio civile contro me e mio fratello, apprendevamo che il sig. Papaleo e la sua famiglia soffrivano a causa del campo in quanto uno dei riflettori creava loro fastidio all’interno dell’abitazione ubicata ad una sessantina di metri dl campo, sull’altro lato dello stradone e che, quando i bambini giocavano, altrettanto fastidio dava la presenza di auto.Probabilmente sarebbe stata sufficiente una civile richiesta e nessuno avrebbe avuto difficoltà ad adoperarsi affinché alcun fastidio fosse causato al sig. Papaleo.Ma evidentemente il predetto preferiva dedicarsi totalmente alla stesura di esposti e denunzie ed il suo sorriso soddisfatto all’ingresso del Comune il giorno in cui notificavano l’ordinanza di chiusura è tutto un programma.Tempo fa, addirittura, comparvero alcuni articoli di stampa che segnalavano il sig. Papaleo come vittima di aggressioni quasi mafiose, caratterizzate da scritte offensive nei suoi confronti. So bene che mio fratello non ha mai perso tempo a dilettarsi in scritte di tal genere,ma mi ha meravigliato la capacità del personaggio citato di farsi passare da vittima di angherie e minacce, legate alla sua azione giustizialista contro l’abuso del campo, ma in realtà finalizzata unicamente ad evitare il proprio fastidio, tanto da far credere alla gente di esser un novello martire.Ribadisco, mio fratello ha sbagliato a realizzare il campo senza il prescritto titolo autorizzativo, ma mi chiedo se sia altrettanto legittimo far passare il campetto per un impianto sportivo al fine di non sanarlo soddisfacendo così l’esigenza del sig. Papaleo.Peraltro il sig, Papaleo abita in una costruzione realizzata in quella zona con accorpamento di aree diverse, non avendo la superficie sufficiente e con concessione a titolo gratuito ( in buona sostanza la possibilità riservata dalla legge a quegli imprenditori agricoli che necessitavano di realizzare un’abitazione sul fondo per incrementare la produzione agricola dell’azienda) da parte del padre ed a lui poi trasferita poco tempo dopo( ovviamente senza corrispondere gli oneri urbanistici).Questo non significa nulla, ma è giusto evidenziarlo perché mi pare ipocrita indicare gli altri come potenziali malfattori e non guardare nel proprio armadio.Scusate lo sfogo, ma credo che sia giusto riportare le questioni nei giusti binari, anche perché , proprio successivamente all’ordinanza di chiusura del campetto, alcune madri di bambini che conoscono mio fratello gli avrebbero riferito che la coniuge del sig. Papaleo, insegnante, a scuola avrebbe affrontato la questione del campetto facendo passare mio fratello per un poco di buono.Naturalmente, contrariamente al sig. Papaleo, non aspireremo a cortei silenziosi per manifestare il nostro rammarico sulla chiusura, che era prevedibile stante l’abusivismo incontestabile del campetto, né intendiamo atteggiarci a vittime, ma che almeno si conoscano le ragioni vere che hanno indotto il Comune a tanta, giusta per carità, solerzia.
Con stima
Ippazio Prete

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